Cos'è
All’epoca dei delitti, avvenuti tra il 1974 e il 1985, si trovava lontano dalla Toscana, in Calabria, impegnato nella lotta contro i sequestri di persona. Poi le indagini sugli attentati del ’93 in via dei Georgofili a Firenze, Roma e Milano, riferibili a una strategia del terrore di Cosa Nostra. Il procuratore Piero Luigi Vigna riconosce in lui l’investigatore giusto per affrontare il processo d’appello contro Pietro Pacciani, condannato all’ergastolo nel 1994, quale responsabile degli orribili duplici delitti compiuti sulle colline toscane. Giuttari sa poco o niente della vicenda del Mostro, quindi si immerge subito in questo delicato lavoro di archeologia investigativa. Da allora, sino al 2007, dedicherà ogni suo sforzo per raggiungere la verità. Ma è proprio alla vigilia della verità che viene fermato. Oggi confessa l’amarezza per non aver potuto completare le indagini, eppure in queste pagine, con il distacco di chi sa guardare la realtà senza pregiudizi, ricostruisce la storia investigativa di un caso complesso quanto pochi altri. Si sono accaniti contro la sua persona, hanno cercato di annullarlo, ma lui, finché ha potuto, non si è fermato, scoprendo che Pacciani non poteva aver fatto tutto da solo, che esistevano dei complici e soprattutto che occorreva indagare su un secondo livello, superiore, una regia inquietante, altolocata e occulta, di personaggi importanti e insospettabili. Insomma, l’ipotesi del serial killer solitario, sotto la lente dell’investigatore Michele Giuttari, si è sgretolata. Il mostro non esiste, esistono i mostri. In I Mostri di Firenze e il Patto segreto analizza anche tutti gli elementi a sostegno del movente esoterico dei delitti, forse proprio all’origine degli ostacoli che sono stati innalzati sulla sua strada. Dai fatti e dagli elementi acquisiti approfondisce anche la possibile esistenza di un patto segreto con la criminalità per far considerare Pacciani unico serial killer colpevole per chiudere definitivamente la vicenda come oggi proverebbe il depistaggio mediante la cartuccia rinvenuta nel suo orto nella perquisizione del 1992.