San Martino e Sacra Giubilare

San Martino e Sacra Giubilare

LA CHIESA DI S. MARTINO

La badia di San Martino, tra le più antiche d’Italia, fu fondata dai monaci benedettini di Farfa tra l’VIII e il IX secolo sui resti di un antico tempio pagano, forse della dea Cupra, costruito dalle popolazioni picene e restaurato dall’Imperatore Adriano nel 127 d.C, come lascia ipotizzare la porzione di muro in opus caementicium antistante la facciata principale.

La chiesa si presenta a pianta basilicale con partizione a tre navate separate da pilastri, che sorreggono cinque archi per ala, con copertura a capriate lignee e la facciata lineare e compatta. Al di sopra del portale d’ingresso si trova l’apertura del rosone centrale e un frammento di piede di una statua romana, mentre l’abside è semicilindrica e orientata a est.

La chiesa conserva all’interno molti reperti classici e medievali, tra cui due epigrafi murate sulle pareti: una, collocata sopra la porta maggiore, ricorda l’intervento di restauro voluto dall’arcivescovo Alessandro Borgia nel 1743; l’altra, sul pilastro di fronte alla porta laterale, il restauro dell’imperatore Adriano. L’altare è sovrastato da un affresco del XVI secolo raffigurante una crocifissione, mentre un altro rappresenta la Madonna del latte, probabilmente risalente al XII-XIII secolo, testimonianza della devozione alla Madonna Nutrice, particolarmente sentita nelle campagne e a sua volta risalente al culto pagano della dea della fecondità, che in passato veniva celebrato nei pressi di una sorgente d’acqua.

Affresco
La chiesa di San Martino

LA SACRA
Secondo la tradizione, il 29 giugno 1177 papa Alessandro III, mentre si recava con una flottiglia di navi a Venezia, fu costretto da un violento temporale a sbarcare nel porto di Grottammare, dove venne accolto dai monaci di San Martino e da una folla festosa, che lo invitarono a trattenersi sino al 1° luglio per assistere ai festeggiamenti che la popolazione picena celebrava da secoli, a ricordo di antichissime tradizioni locali. Il Pontefice, colpito da così grande dimostrazione di affetto, toltosi il camauro e riempitolo di sabbia, proclamò: «Tante indulgenze saranno concesse ad ogni pellegrino quanti sono i granelli di sabbia qui contenuti». L’indulgenza fu confermata da Papa Pio VII nel 1803 con la bolla che la concede a tutti i cristiani di ambo i sessi, sinceramente pentiti, confessati e comunicati e che devotamente visitino la chiesa di San Martino, situata nel territorio di Grottammare della Diocesi Ripana, nel primo giorno di luglio, qualora cada di domenica, e negli otto giorni antecedenti e seguenti. Da questa tradizione trae origine la Sacra giubilare, che tuttora si celebra ogni volta che il 1° luglio cade di domenica (un’occorrenza ciclica che si verifica ogni sei, cinque, sei e undici anni). Al vespro del 24 giugno un corteo di cavalieri accompagna dalla Chiesa di San Giovanni sino alla Chiesa di San Martino lo stendardo rosso, dono dell’Arcivescovo di Fermo, portato per diritto ereditario a cavallo da un giovane nobile nativo del luogo; è il simbolo della Sacra e viene issato sul culmine della chiesa di San Martino. La sera del 1° luglio un corteo storico di figuranti, accompagnato da una folgorante e suggestiva fiaccolata, riporta lo stendardo e le sacre immagini alla Chiesa di San Giovanni, chiudendo così la celebrazione.

Pagina aggiornata il 18/11/2024

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