Giacomo Pomili (Il Tarpato)

Giacomo Pomili

Biografia

Giacomo Pomili, in arte “Il Tarpato”(1925), cominciò a dedicarsi alla pittura fin dalla metà degli anni ’60 , dopo essere stato colpito da una grave malattia ai polmoni. E’ forse in quell’occasione che scopre un talento artistico che lo porterà a creare numerose opere pittoriche rivelando un naturale talento, svincolato dalle influenze della pittura accademica.

Il Tarpato

“IL TARPATO”, così Pomili firmava i suoi quadri, non fece studi artistici, né ebbe un’istruzione in tal senso; dopo le scuole elementari lavorò come muratore, per poi divenire “guardalinee” delle Ferrovie dello Stato.

Un uomo umile, semplice e senza pretese, schivo e solitario, eterno incompreso dai suoi compaesani. Ci sono pittori che per raggiungere linguaggi espressivi originali, hanno impiegato anni di studio e ricerca pittorica: il Pomili invece, con grande sicurezza e padronanza dei pennelli sembra già possedere, fin dai primi tentativi pittorici, quella spontaneità e originalità del segno che ne fanno un’artista unico nel suo genere. “La bravura di un pittore non sta nel ritrarre fedelmente la realtà ma nel saperla tradurre e interpretare con spirito creativo”, in questo “il Tarpato” era maestro.

Le sue opere ricordano il pittore bielorusso Chagall, con i suoi paesaggi semplici ed infantili popolati da strane presenze umane, in un misto di pittura a metà tra il naïf, il surrealismo e l’illustrazione per l’infanzia; nei suoi quadri sono ricorrenti visioni angeliche come nei dipinti “La Natività” , “Il Cuore del cacio”, “Il salvataggio”……

Dipinto del Tarpato

Il suo migliore amico fu un cane di nome Lupo, che abbandonato dai pastori e maltrattato dai bambini venne adottato dal Pomili e raffigurato in molti suoi quadri, quale presenza affettiva insostituibile. Il cane era il suo “alter ego” perché anche lui si sentiva maltrattato e schernito proprio come succede a molti cani solo perché sono esseri deboli e privi di difese. Così egli sentì tutta la vita il peso dell’incomprensione dei suoi compaesani che facevano parte della massa incapace di comprendere e di vivere secondo schemi non omologati.

Le opere del “Tarpato” hanno avuto molti riconoscimenti in campo internazionale: “IL CAMPIDOGLIO D’ORO” a Roma, “LE COPPE D’ARGENTO” per la migliore pittura naïf a Malta (1974), “IL MEDAGLIONE D’ARGENTO” del Premio Oscar ’75 di Roma. Il Pomili, tuttavia, ha sempre evitato le luci della ribalta e i facili guadagni.

Nel 1975 smette di partecipare a mostre e concorsi e si limita ad esporre i suoi quadri in un suo locale sito in Piazza Peretti a Grottammare. Nel 1994 e nel 1997, Grottammare gli ha reso omaggio con la stampa di alcuni calendari che riproducono le sue principali opere. Sicuramente l’arte del “Tarpato”, oltrepassa i confini della piccola provincia e forse meriterebbe di entrare di diritto nel novero dei migliori artisti dell’ultimo Novecento.

Ultimo aggiornamento

20/01/2021, 12:48
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