OASI E VEDETTA PICENA
La struttura conosciuta oggi come Oasi di Santa Maria ai Monti risale agli inizi del XVII secolo e si deve a Padre Nicola da Monteprandone dell’ordine dei frati minori riformati, che propose l’insediamento di una comunità religiosa nel luogo dove sorgeva un piccolo santuario mariano, eretto tra il XIV e il XV secolo in difesa della peste e dedicato alla Madonna dei Monti. Il frate fece costruire una parte del convento dove i religiosi si stabilirono e iniziarono a officiare nella chiesetta esistente. Una volta ultimata la parte, fu costruita una nuova chiesa dove conservare l’immagine della Madonna dipinta sul muro dell’antico santuario. Oggi di tale affresco votivo, parzialmente distrutto da un incendio, è visibile solo un lacerto raffigurante la Madonna e il Bambino, collocato nell’abside sopra il coro ligneo.
Quando venne estesa a tutta l’Italia la legge Rattazzi del 1855, che decretava la soppressione delle corporazioni religiose, i frati dovettero lasciare il convento e i beni vennero assegnati al Comune di Grottammare; tra questi un organo di Gaetano Callido del 1784, trasferito nella Chiesa di San Pio V, dove è possibile vederlo tuttora. Nel 1935 i frati chiesero e ottennero di poter tornare nel convento, che venne risistemato.
Il complesso è composto da due corpi di fabbrica, uno di recente costruzione a nord e a ovest della chiesa e un’ala risalente all’epoca della costruzione a est. La facciata della chiesa è realizzata con uno stile essenziale, mattoni a faccia vista e un timpano triangolare sorretto da quattro lesene che inquadrano il portale d’ingresso, il quale è ornato da una cornice architettonica su cui si erige un timpano curvilineo sormontato da un’apertura rettangolare.
La struttura antica si sviluppa intorno a una corte quadrata con pozzo centrale, portici con volte a crociera e a botte, delimitata da prospetti a due piani e chiusa sul lato settentrionale dall’attuale muro di cinta.
All’interno della chiesa sono conservate molte altre opere d’arte, tra le quali un dipinto rappresentante San Francesco, attribuito alla scuola del Guercino, una pala raffigurante la Madonna con Bambino, Sant’Anna e Santi, la scultura lignea Madonna della Pace, realizzata da Francesco Santori, la Via Crucis di Ubaldo Ferretti e la tomba della Beata Lavinia Sernardi, nata a Grottammare il 2 giugno 1588, di cui Padre Nicola fu padre spirituale.
Il complesso è arricchito da una fitta lecceta impiantata dai frati nel 1750.
Di fronte all’ingresso della chiesa si trova il parco della Vedetta Picena, la villa di famiglia che Alceo Speranza, avvocato e deputato del Regno d’Italia dal 1909 al 1919, rese luogo di incontri artistici e culturali aperto a personalità come Giuseppe Sacconi, l’architetto del Vittoriano, l’archeologo Giacomo Boni e lo storico Paul Sabatier.
Pagina aggiornata il 24/01/2023